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Sainte-Marie, o Nosy Boraha per la gente del posto, corre parallela alla costa orientale del Madagascar a circa 30 km al largo del molo Soanierana-Ivongo. Le piogge regolari hanno reso l’isola un vasto giardino tropicale con palme da cocco, cannella, […]
Sainte-Marie, o Nosy Boraha per la gente del posto, corre parallela alla costa orientale del Madagascar a circa 30 km al largo del molo Soanierana-Ivongo. Le piogge regolari hanno reso l’isola un vasto giardino tropicale con palme da cocco, cannella, chiodi di garofano e varie orchidee. Banani, papaia e mango prosperano in tutte le parti dell’isola. Questo è il Madagascar nella sua cornice più bella, culturale e storica.
Chi sfida il destino del tempo (dato che la pioggia non è mai troppo lontana) può trovare il paradiso che ha sempre sognato con spiagge deserte di soffice sabbia bianca, ombreggiate da palme da cocco!
Per arrivare a Sainte Marie, c’è un’ora di volo da Antananarivo oppure, 10 ore di macchina, sempre dalla capitale, a Mahambo, con una traversata approssimativa di 4 ore di traghetto (oppure 1 ora da Soanierana-Ivongo, ma con 3 ore più in auto da Mahambo).
Gli isolani di Sainte Marie si dedicano all’agricoltura (riso, caffè, vaniglia e chiodi di garofano), all’allevamento e alla pesca (pesce, aragosta, gamberetti).
Storia di Sainte Marie in breve
Nosy Boraha, “l’isola di Ibrahim” o “l’isola di Abramo”, deve il suo nome al lontano arrivo di un commerciante musulmano o ebreo. All’inizio del XVI secolo i portoghesi, che la scoprirono il giorno dell’Assunta, battezzarono l’isola Santa Maria. Il nome fu in seguito Sainte Marie sotto la colonia francese.
Verso la fine del 17° secolo, i pirati di tutte le nazionalità che vagavano per l’Oceano Indiano ne fecero il loro quartier generale. L’isola conserva il ricordo dei tumultuosi amori della bella regina Betia (o Bety) e del caporale Filet, detto Bigorne, agente della Compagnia delle Indie. Bety, figlia del re Ratsimilaho, ricevette in dono Sainte Marie dopo aver sposato Filet nel 1750. Filet cedette ufficialmente l’isola alla Francia nel 1750, il primo passo verso la colonizzazione del Madagascar.
Nel 19° secolo, Nosy Boraha servì come base per le offensive franco-britanniche contro Toamasina (Tamatave) e Mahavelona.
Successivamente l’isola fu amministrata dalla Riunione nel 1876, da Antsiranana (Diégo-Suarez) nel 1888 e passò ai francesi nel 1896, anno della colonizzazione del Madagascar.
Cosa vedere e fare a Sainte Marie?
Ambodifotatra, il piccolo porto situato all’ingresso di una baia sulla costa sud-occidentale, è il capoluogo dell’isola. All’uscita meridionale del villaggio si trova la più antica chiesa cattolica del Madagascar (1859), Notre Dame de l’Assomption. Fu edificato per iniziativa di Talmond, il primo vescovo del Madagascar, che riposa all’interno delle sue mura. Il suo altare in ghisa è un dono dell’imperatrice Eugenia. L’Antico Forte di Sainte-Marie domina la città dall’alto della sua collina.
A ridosso del capoluogo, seguiamo un sentiero che si apre all’estremità meridionale di una diga che costeggia la costa sud-est della baia, tra calette e palme. Percorribile con la bassa marea, arriviamo al cimitero dei pirati.
All’estremità sud-orientale dell’isola, su una spiaggia protetta dalla barriera corallina, si apre una grande grotta ai piedi della scogliera. Da Ankarena è possibile raggiungere Nosy Fasika (“l’isola di sabbia”) in canoa, un luogo fantastico per le immersioni.
All’estremità meridionale di Sainte Marie, separata da uno stretto di circa 20 metri, troviamo Nosy Nato, conosciuta come Île aux Nattes dal nome di un albero molto robusto ricercato dai picchi all’estremità meridionale di Nosy Boraha. Dal piccolo paese di Aniribe, dove attraccano i barcaioli, un sentiero si inerpica attraverso la vegetazione fino a un vecchio faro (oggi foresteria conosciuta come Casa Blanca). Il panorama abbraccia l’intera isola e la costa del Madagascar. Dopo aver attraversato il grande palmeto che ricopre il versante est, si arriva su spiagge sabbiose fiancheggiate da alberi di casuarina. Consigliamo un giro dell’isola (3 km) seguendo la costa per tornare ad Aniribe.
Sulla costa nord-est di Sainte Marie, troviamo la splendida spiaggia di Ambodiatafana. Durante l’alta marea i pescatori si radunano attorno a questa “piscina naturale”, ma per motivi religiosi è vietata la balneazione.
Per la balneazione consigliamo le spiagge che si susseguono da Mangalimaso ad Ambatoroa sulla costa occidentale e da Sahasilotra ad Ankoalamare sulla costa orientale.
Natura, spiagge e attività marine sono sinonimo di Sainte Marie. Tuttavia, l’attrazione numero uno dell’isola rimane l’osservazione delle balene megattere tra la fine di giugno e l’inizio di settembre.
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Cite 4 Sarompy Ambositra 306
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